"Collaboreremo col Master, ma non intendiamo assolutamente interferire"
Carlo Piacenza, presidente dell'Unione Industriale Biellese e amministratore delegato della Fratelli Piacenza Spa, è coinvolto a doppio titolo nella storia e nei destini del Biella Master, come legale rappresentante di un'azienda da lungo tempo sostenitrice dell'iniziativa e come firmatario, in quanto presidente dell'Uib, dell'accordo di collaborazione siglato lo scorso marzo anche con Città degli Studi (vedi altro articolo a pagina 2). La famiglia Piacenza vanta peraltro una storica collaborazione con il Master, nato trent'anni fa con l'appoggio proprio dell'Unione Industriale e del suo allora presidente, Giovanni Piacenza, padre di Carlo.
All'assemblea dello scorso anno Lei ha definito il Master 'un fiore all'occhiello che va coltivato'. La sigla del recente accordo va proprio in questa direzione. Ma che cosa state facendo e che cosa avete in animo di fare, in concreto?
"Il Biella Master è davvero un fiore all'occhiello per il distretto Biellese, per il tessile/abbigliamento di qualità e per Città Studi e va sostenuto, come dico da tempo. Come Uib intendiamo che la nostra partecipazione non sia solo economica, ma anche logistica. Ci crediamo, come Unione Industriale e come azienda e sono convinto che ne valga ampiamente la pena. Abbiamo siglato un accordo e intendiamo sostenere e valorizzare l'iniziativa, ma credo sia giusto interferire il meno possibile con una realtà ormai ampiamente maggiorenne e che si gestisce benissimo da sola. Per quanto ci riguarda possiamo fornire un supporto logistico e mettere a disposizione persone, a partire dal direttore Uib, Pier Francesco Corcione, che siede nel consiglio direttivo, e possiamo sensibilizzare le aziende associate, ma senza la presunzione di voler cambiare nulla perché, ripeto, il Master va benissimo così come è".
Quali sono i veri 'plus' del Master?
"Fornisce ai giovani laureati una preparazione irripetibile, a 360 gradi, e diploma ragazzi che trovano lavoro in importanti aziende e che portano il 'Made in Italy' e il know how biellese in giro per il mondo. E' un'iniziativa straordinaria, dovuta al presidente Luciano Barbera che trent'anni fa si dimostrò un vero visionario. A Lui e al Master non può che andare il mio plauso. Oggi il Master cammina con le proprie gambe e si regge in virtù di un gruppo di sponsor motivati, che spesso assumono poi i masterini".
- Che cosa rende il Biella Master diverso da altre specializzazioni post laurea?
"Sicuramente la formazione teorica e sul campo, ma anche la selezione durissima. Qualsiasi altro Master è a pagamento e spesso neppure a numero chiuso, il che non può garantire la qualità dei partecipanti. Qui non solo non si paga, e si riceve anche una borsa di studio, ma viene ammesso solo chi ha grandi motivazioni e potenzialità. Così vengono formati i futuri ambasciatori del tessile/abbigliamento. Nei trent'anni di vita del Master ho incontrato più volte in giro per il mondo ex masterini che spesso non ho neppure riconosciuto d'acchito e che avevo avuto tanto tempo prima in stage aziendale: ora occupano posizioni di rilievo in aziende molto importanti. Ho incontrato direttori e amministratori delegati che mi hanno parlato con affetto e con riconoscenza di un'esperienza formativa fondamentale per il loro percorso professionale".
- Come giudica, da imprenditore e da sponsor, l'esperienza degli stage aziendali?
"Molto positiva anche per il personale delle aziende che si mette con entusiasmo a disposizione dei masterini, con il piacere di trasmettere loro le proprie conoscenze: è in qualche modo un diversivo e un'opportunità per sentirsi utili, di essere 'professori per un giorno'. Ed è bello verificare il reale interesse dei ragazzi. Le aziende che hanno dato la propria disponibilità sono sempre state all'altezza e i commenti di tutti sono positivi".
- Cambierebbe qualcosa del Master?
"Assolutamente no. Eventualmente come Unione Industriale ci piacerebbe, forti di questa esperienza, dare vita anche ad altri tipi di Master, meno elitari, con un target più basso e a pagamento, per formare non i dirigenti, ma i quadri di domani: nelle aziende c'è bisogno anche di questi e solo noi nel mondo occidentale abbiamo a disposizione una filiera completa per dare vita a queste iniziative".
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