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Intervista a Federico Buratti


Federico Buratti, titolare di Filati Buratti

La sua prestigiosa azienda sostiene il Master. Lei da molti anni siede nel Consiglio della Fondazione che lo regge. Perchè è così motivato?


Siamo stati tra i primi sostenitori del Master e ho sempre apprezzato la qualità dei docenti in primis e dei laureati ai quali abbiamo assegnato le borse di studio. In questi ultimi anni ho avuto l’onore di entrare nel Consiglio Direttivo, dando anche la possibilità di mostrare una produzione unica nel Biellese, essendo noi specializzati nella produzione di filati in pura seta e mista con fibre pregiate. L’insegnamento che viene impartito dai docenti in aula è di altissima qualità e gli stage nelle diverse aziende rendono il Master unico nel suo genere.


Quasi tutti i corsi di master richiedono denaro per accedervi, voi invece offrite borse di studio ai giovani che vengono selezionati: perchè questo mecenatismo?


Nel 1986, quando Luciano Barbera ispirò la nascita del “Biella Master delle Fibre Nobili Industrie come Botteghe d’Arte”, noi imprenditori comprendemmo immediatamente l’importanza di questa iniziativa e fummo tutti subito d’accordo ad elargire borse di studio ai gùvani laureati selezionati. L’intento era di attrarre ancor più talenti al servizio delle industrie del tessile-abbigliamento e penso di poter dire che il risultato è stato più che positivo. Oggi riceviamo domande di ammissione da laureati italiani e stranieri, che poi vengono valutati durante il mese di corso propedeutico, prima della assegnazione delle borse di studio ai prescelti.

Siete soddisfatti dei risultati ottenuti negli anni e ricevete apprezzamento dalle aziende del tessile abbigliamento per il vostro impegno?


Ripeto, certamente! Riscontriamo percentuali di impiego vicinissime al 100% per i laureati che hanno frequentato il corso di master e riceviamo commenti gratificanti al lavoro svolto dal tutor Ing.Schiapparelli e dalla sua squadra di docenti.

Richiedete la conoscenza della lingua inglese, ma nel corso di master si parla in italiano: come mai? Penso di poter dire che gli stage tecnici formativi si svolgono in Italia, presso ditte che come la mia mettono a disposizione i loro tecnici ed il loro sapere e quindi si comunica con la nostra lingua. Poi però, dal corso in Italia, si passa agli stage all’estero in paesi quali Australia, Nuova Zelanda, Perù, Cina, per la conoscenza delle fibre nobili e anche Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Francia per gli stage sulla distribuzione. Desideriamo pertanto che il nostro Paese ed il Master siano rappresentati da giovani ambasciatori del Made in Italy preparati anche linguisticamente e sicuramente la lingua inglese oggi come oggi è essenziale.

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