Marino Vago, nato nel 1955,è Amministratore Delegato della Vago Spa di Busto Arsizio, impresa del settore della nobilitazione tessile, che impiega circa 40 addetti. Da sempre è impegnato nell’associazionismo imprenditoriale, nel qua- le entra nel 1977 a partire dal Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Bustese degli Industriali, di cui ha assunto la presidenza nel 1987. Dall’ottobre 1995 al giugno 1999 è stato componente del Comitato Nazionale Piccola Industria di Confindustria e dal giugno 1997 al giugno 1999 è stato componente elettivo del Consiglio Centrale Piccola Industria. E' componente del Comitato di Presidenza, del Consiglio Direttivo e della Giunta di SMI - Sistema Moda Italia - Milano dal novembre 2008 e Presidente dal marzo 2018.
Dal 2016 Sistema Moda Italia sostiene la Fondazione BiellaMaster. Una collaborazione iniziata per volontà del Presidente di allora, ma che Lei ha scelto di proseguire. Quali sono le motivazioni e il significato della vostra presenza come sostenitori? "Riterrei limitativo considerare la nostra presenza come sostenitori dal punto di vista economico e limitativo lo è anche dal punto di vista di indirizzo formativo. Diciamo che il valore aggiunto sta appunto nel valore della nostra adesione."
In un anno così complicato, quali problematiche si è trovato ad affrontare nel suo ruolo di Presidente del Sistema Moda Italia? "E' stato ed è ancora un anno unico, come probabilmente lo sarà anche il prossimo, ma un “annus horribilis” lo fu anche il 2009, anche se allora non ero Presidente di SMI, ma avevo altri incarichi di sistema. La capacità di superare queste difficoltà sta nel DNA del nostro sistema, nella cultura delle nostre imprese, nella nostra resilienza."
Con l’emergenza ancora in corso, da presidente e ancor più da imprenditore, come vede il prossimo futuro?
"Come ho avuto già modo di dire, il nostro settore ha forti capacità di resistenza e di reazione, che ha già più volte mostrato in passato e così sarà anche ora. Certo bisogna sperare che questa crisi indotta dalla pandemia non si protragga troppo oltre, ma come tutte le crisi porterà senz’altro a ripensare alcuni schemi e modalità di lavoro che ci portavamo ormai dietro da molti anni. Vorrei augurarmi che questa crisi, devastante, possa spingerci a rendere il nostro sistema tessile e moda ancora più competitivo e unico."
