L’arte e il diritto. Solitamente si definisce il diritto come un’arte e forse si potrebbe anche parlare del fare arte come di un diritto imprescindibile per l’uomo.
Una premessa particolare questa per introdurre l’incontro che, lunedì 16 dicembre, è avvenuto fra i masterini e l’avvocato Giuseppe Iannaccone.
Per la prima volta i ragazzi del Biella Master si sono recati presso il suo studio legale sito a Milano per avere uno scambio, un dialogo con una persona che risulta essere fra i più importanti professionisti del settore, oltre che, appunto, grande amante del mondo dell’arte. L’avvocato Iannaccone è difatti un importante collezionista, particolarmente appassionato dell’arte figurativa dell’Italia degli anni 30 e della scena contemporanea internazionale.
Quello che è nato come un incontro per conoscere la professione di un avvocato specializzato in diritto commerciale, societario e penale finanziario, è divenuto poi un momento di trasmissione della sua sconfinata passione per l’arte. Lo studio è esso stesso una galleria, dove attualmente sono esposti alcuni dei più importanti artisti del panorama internazionale, da Wangechi Mutu a Kara Walker, da Toyin Ojih Odutola a Schirin Neshat.
Una riflessione è sorta spontanea: l’arte che ha collezionato l’avvocato Iannaccone non è solo bella nel senso più estetico del termine, ma è vera, concreta, spesso collegata indissolubilmente con realtà scomode, faticose da vedere e da affrontare. E’ qui il legame profondo fra la professione e la passione: mostrare ciò che è vero, che sia in un’aula con il diritto dalla propria parte, o che sia appeso a un muro con solo tela e colori che parlano. Parole in immagini spesso brutali da vedere, dolorose, ma che parlano di diritti, appunto, e di verità. Una verità nascosta, celata dietro a un velo di falsità o di perbenismo diffuso. Una verità che è realtà e che come tale ha il diritto di essere mostrata, sia che provenga dal professionista che dall’uomo.
Comments